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La Vergine Maria e i Santi venerati nel nostro Seminario

Come tutte le famiglie anche la nostra ha alle spalle momenti felici, lieti che danno gioia al cuore, e altri un po’ grigi che magari avremmo sperato mai accadessero ma che, in fine dei conti, ci appartengono e ci descrivono.

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La nostra origine trova albori agli inizi del secolo scorso quando, per la volontà di San Pio X papa, furono pensati seminari che abbracciassero più realtà ecclesiali, che sconfinassero dai limiti imposti dalle diocesi, favorendo così una rinnovata formazione per un clero sempre più adulto nella fede e nella conoscenza delle scienze teologiche.

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E così che il 4 gennaio del 1912 il Seminario veniva ufficialmente inaugurato dal Card. De Lai. Dapprima il vescovo De Lucchi e poi i Padri Gesuiti della provincia napoletana si susseguirono nella reggenza della comunità vedendola fruttificare e crescere.

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Il periodo che va dal 1912 al 1943, che tra i vari momenti conoscerà l’incendio del 21-23 settembre 1941 e il bombardamento del 27 Agosto 1943, trova sintesi nell’aforisma “Ad Jesum per Maria” volendo con questo sottolineare la particolare devozione, dei devoti figli della Famiglia del San Pio X, nei confronti della Vergine Maria, soprattutto nei momenti più difficili della loro storia.

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Secondo quando ci è dato sapere, dalle poche ma significative informazioni di fonte scritta e figurativa, il titolo sotto la cui protezione il Seminario era solerte invocare la Madonna era Regina Apostolorum, primaria protettrice del San Pio X e titolare della Cappella Maggiore (attuale aula magna) e titolare della fiorente congregazione mariana, così come dalle riviste Unione Sacra si può evincere.

 

Per quanto concerne l’icona della Regina Apostolorum, perduta durante l’incendio, rimangono a noi poche fotografie, dalla quali possiamo desumere la sua collocazione, all’interno dell’allora Cappella Maggiore, e la sua ispirazione, che come in modo evidente si mostra e come ancora ci è riferito dalla sopracitata rivista, si rifà a un noto quadro dell’artista Guido Reni, Madonna con Bambino in gloria, san Tommaso e san Girolamo.

 

Rispetto alla tela originale, l’artista che ha riprodotto la stessa, ha sostituito ai santi Tommaso e Girolamo, i due principali apostoli Pietro e Paolo.

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Volendo azzardare un’ipotesi, crediamo di poter fare un parallelo con l’attuale cappella maggiore al cui centro sorge la Mater Boni Consilii nostra protettrice e Regina e ai lati gli apostoli Pietro e Paolo. Probabilmente l’artista avrebbe riproposto in chiave moderna il trittico originario.

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Un significativo particolare che va ancora in tal senso e che a questo punto ci pare bene ricordare è un’altra figura mariana, una statua lignea molto cara alla comunità, reduce del grande incendio e del bombardamento, conosciuta fino ai nostri giorni sotto il titolo di Immacolata, ma che in realtà porta con se un nome che sarà immagine di una storia ben precisa che per il momento non possiamo ricostruite.

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Questo simulacro, situo attualmente nel corridoio del rettore accanto alla stanza del Papa è in realtà la Madonna Mutilata giunta in mezzo a noi il 1 agosto del 1933 da Obletter a Ortisei e protagonista di grande venerazione non solo nel passato ma anche oggi.

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Circa la fede dei giovani seminaristi non possiamo non fare menzione del Santo Calabrese San Francesco di Paola, che ha sempre occupato un posto d’onore per il suo messaggio sempre nuovo e per la sua testimonianza viva, soprattutto in un popolo che calpesta il suolo che lui ha calpestato. Tuttavia, sembra che, dalle informazioni che possediamo, la sua elezione a patrono primario del Seminario sia postuma, dal 1954 in poi quando, terminati i lavori di ricostruzione, i seminaristi rientravano dal lungo soggiorno dal Pio XI di Reggio Calabria.

Un altro evento, momento di grande e festa e felice memoria, è vissuto nel Seminario San Pio X di Catanzaro il 3 giugno del 1967, quando per le mani di Monsignor Fares viene consacrata la nuova Cappella Maggiore, che rappresenterà e tuttora rappresenta per tutte le generazioni dei seminaristi che ivi passeranno, un monumento alla santità, una casa di preghiera, un luogo di riparo nelle piccole sofferenze, un ritrovo per condividere la propria gioia, un monte per l’incontro con il Signore.

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Sono davvero tante le generazioni dei seminaristi che da questo luogo hanno fatto passaggio nel loro percorso formativo verso il luogo comune che è la santità e la particolare vocazione al Sacerdozio; alcuni solo per pochi anni, altri per un po’ più di tempo. Ciascuno di loro avrà certamente dato ma sicuramente avrà anche tanto ricevuto.

 

La famiglia del S. Pio X ha dato al mondo tante grandi figure, alcune conosciute altre nascoste ma che nel loro silenzio hanno contribuito all’edificazione del Regno di Dio. Possiamo anche noi essere fra questi….

Sem. Stefano Lafranconi

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